Recensendo “ Libero di poetare” scrivevo di Paolo Pezzotti : “Quando ho conosciuto Paolo Pezzotti , poco più che trentenne, novarese, mi ha colpito la trasparenza del suo sguardo , la sua voglia di raccontarsi senza un leitmotiv, come certa musica contemporanea che non capisci ma che ti muove dentro.
Il suo primo libro di “ componimenti”, trentuno come in un excursus ideale lungo un mese di vita, “ Libero di poetare”, denota la sua voglia di libertà (evidentissima anche nei suoi dipinti), di affrancarsi dal piattume del quotidiano ma non dai ricordi.
Scrive nella poesia numero 25 ..” ma il ricordo tiene accesa la speranza, fa compagnia alla mia anima che è spenta come una sigaretta accesa fumata e spenta”. Ma c’è la “ gioia di un altro giorno e inizio ( poesia ventitrè ) la giornata fischiettando, la vita ritrovata “.
Trentun poesie dal contenuto fluttuante, senza punteggiatura né rima ma dense e sonore com’è il suo bisogno di gridare al mondo il suo diritto al sogno , in un mondo concreto e materialista.
Paolo percorre la sua vita in sella alla sua bicicletta perché il contatto con la terra sia costante, perché l’aria di pianura, gli odori e i colori del mondo, della bassa e delle risaie, lo raggiungano ma non lo sovrastino : “ scroscio delle foglie che le ruote della bicicletta scansano…è un’arte la pedalata, premeditata , di tutte le situazioni , di rigore. E’ il rossore..”.
E i pennelli e il suo poetare accorato e sognante sono la sua dimensione vitale. Diamo il benvenuto a questa opera prima timida ma proterva di Paolo Pezzotti, da gustare a gocce come un buon Cabernet d’annata.”
Cosa potrei aggiungere per accompagnare questa antologia , “ Canti di vita 1984- “2020” che compare in questi giorni per i tipi Robin Edizioni ?
Che un po’ Paolo mi ricorda Gordon Comstock , l’antieroe poeta che George Orwell ha posto al centro di “ Fiorirà l’aspidistra”.
Antiborghese ma minacciato dalla logica dei quattrini , dà forma a sentimenti disparati e disperati , a progetti rimasti chiusi in cassetti utopisticamente cigolanti.
La poesia come una reazione a un too much , così la pittura di Paolo Pezzotti : un bisogno individuale di sapere che ci sei , che è vita quella che vivi anche se un po’ sgangheratamente , tanto il cielo la sopra è sempre più blu, come i suoi grandi occhi limpidi.
Monica Lucchini